Si conclude con un terzo posto per la 296 GT3 di Risi Competizione la ventiseiesima edizione della Petit Le Mans, ultimo round dell’Imsa Endurance Cup. Daniel Serra, Davide Rigon e Alessandro Pier Guidi hanno tagliato il traguardo salendo sul gradino più basso del podio della classe GTD Pro al termine di dieci intense ore di gara, dove non sono mancati incidenti, colpi di scena e fasi di neutralizzazione.
Per la vettura numero 62, per lunghe fasi della corsa in zona podio e con alcune tornate passate al comando, quello ottenuto sul tracciato della Georgia è il secondo piazzamento nei primi tre in questa stagione, dopo aver sfiorato la vittoria nel precedente appuntamento del Watkins Glen. Per i campioni in carica, Daniel Serra e Davide Rigon, la prestazione odierna è stata ancora una volta condizionata in maniera importante dal Balance of Performance a cui il team è riuscito ad ovviare solo in parte grazie ad una strategia aggressiva.
Nella stessa classe, quinto posto per la 296 GT3 di AF Corse portata in gara da Miguel Molina, James Calado e Simon Mann, a meno di un secondo dall’equipaggio dell’Aston Martin numero 23, quarta. La Ferrari del team italiano è stata coinvolta in duelli durante tutte le dieci ore di corsa, occupando con il pilota inglese anche la top 3. Le quattordici soste effettuate dal team, una in più del team della Mercedes numero 73 vincitrice della corsa, non hanno avuto un impatto troppo negativo per quella che rappresenta comunque una buona prestazione per la squadra.
Gara difficile, invece, per le due vetture di Triarsi Competizione e Cetilar Racing impegnate nella classe GTD, il cui svolgimento è stato puntellato da episodi che hanno influito sul risultato finale sebbene la vettura americana, a poco meno di un’ora dalla bandiera a scacchi, si trovava al comando della corsa con Alessio Rovera al volante. In precedenza, Charlie Scardina e Onofrio Triarsi avevano cercato di portare la Ferrari nella top 10 in quella che è la classe con più vetture al via. Per Cetilar Racing, invece, la gara è stata condizionata sin dalle prime fasi costringendo Antonio Fuoco, Giorgio Sernagiotto e Roberto Lacorte ad una rimonta interrotta da diverse soste ai box, risultato anche di un contatto dopo poche tornate.