Il 2020 è stato un anno particolare ma, al tempo stesso, da ricordare per Chris Froggatt che, assieme a Eddie Cheever e a Sky Tempesta Racing, hanno vinto la classifica assoluta e la Sprint Cup in classe Pro-Am del GT World Challenge Europe. Il pilota inglese è riuscito ad imporsi in uno dei campionati più difficili e combattuti del mondo GT3 nonostante abbia debuttato da pochissimi anni nel mondo delle competizioni. Un ambiente conosciuto grazie proprio a Eddie Cheever dove è riuscito a maturare molto velocemente, dopo aver mosso i suoi primi passi nel Ferrari Challenge. In una stagione dove Froggatt è stato impegnato tanto nei circuiti reali quanto in quelli virtuali, avendo disputato con il Cavallino Rampante le gare del campionato Esport di SRO, il 26enne inglese racconta ai nostri microfoni l’anno della sua consacrazione.
La 1000 km del Paul Ricard ha concluso una stagione praticamente perfetta per Sky Tempesta Racing e, ovviamente, per te ed Eddie Cheever. Te lo saresti mai aspettato prima di iniziare il GT World Challenge?
“Sono davvero molto contento dei risultati raggiunti nel corso della stagione, sono felice per noi piloti ma anche per tutto il team. Ripensando alla prima gara di Imola, onestamente, non immaginavo di poter essere subito così competitivi. Ovviamente c’è stata una lunga pausa dovuta al Covid-19, ma credo che lo stato di forma mostrato nel primo appuntamento sia stata la testimonianza del nostro impegno e del nostro costante allenamento: parlo di preparazione fisica ma anche di ore e ore trascorse sul simulatore”.
Campioni assoluti nella classe Pro-Am e vincitori della Coppa Sprint. Due titoli diversi per i quali hai lavorato duramente. Cosa significa aver raggiunto questi obiettivi?
“Aver conquistato questi due titoli, in un campionato così complesso, è davvero un sogno, è una testimonianza di tutto il duro lavoro svolto da ogni singolo membro del team durante tutto l’anno. Abbiamo iniziato la stagione ancora più affamati rispetto all’anno scorso (dopo un brillante terzo posto in campionato, N.d.R.) e siamo riusciti a essere costanti e competitivi fino alla fine”.
Qual è stata la tua gara migliore? Quale la più difficile e quando hai realizzato che questo sarebbe stato il tuo anno?
“Un’unica risposta per tutte e tre le domande: la 24 Ore di Spa, che considero la gara GT3 più dura al mondo. Una griglia di partenza composta da oltre 50 vetture estremamente competitive, correndo per 24 ore in condizioni meteorologiche pronte a mutare da un momento all’altro: una gara pazzesca. Visto che era la mia seconda partecipazione consecutiva, mi sono sentito molto più preparato. Nonostante tutto, però, ci sono stati momenti in cui ho dovuto sforzarmi per restare concentrato”.
Cosa hai provato quando hai tagliato il traguardo a Barcellona?
“E’ stato emozionante, anche perché all’inizio di Gara 1 ero finito in testacoda, motivo per cui la pressione era piuttosto elevata. Senza contare che nel corso di Gara 2 è toccato a Eddie finire in testacoda e ci siamo ritrovati a rincorrere. Quando finalmente mi sono messo al volante, ho iniziato a spingere più forte che potevo, per raggiungere e quindi superare i leader della corsa. Arrivare a questo risultato a sole quattro curve dalla bandiera a scacchi è stata una sensazione incredibile. Ciò che rende davvero speciale questo momento è il fatto di aver conquistato il titolo insieme a Eddie: vincere insieme è stato impagabile”.
Non c’è dubbio che siate migliorati progressivamente nel corso di questa stagione. A cosa si deve questa prestazione?
“Beh, personalmente sento di essere in costante miglioramento, dal momento che non avevo precedenti esperienze prima di iniziare il Challenge nel 2017. Imparo qualcosa di nuovo ogni volta che salgo in auto. E spero di continuare così per tanti anni ancora!”.
Come ti senti al volante della nuova 488 GT3 Evo 2020?
“La nuova Evo 2020 rappresenta un notevole passo avanti rispetto alla vettura del 2019: il bilanciamento aerodinamico è migliore, per esempio. In generale, comunque, devo dire che è sempre un onore guidare una Ferrari e rappresentare questo brand in competizioni internazionali”.
Tu ed Eddie Cheever avete iniziato a fare squadra lo scorso anno, gareggiando nell’International GT Open. Quali sono i vostri punti di forza?
“Lavoriamo insieme dal 2017, quando io ed Eddie abbiamo avuto l’occasione di condividere la stessa vettura: ed è stata la scelta giusta. Averlo al mio fianco mi ha aiutato parecchio a crescere. I miei punti di forza? Bella domanda… Credo la capacità di affrontare situazioni di stress, mantenendomi costante e sempre veloce”.
In occasione delle gare di lunga durata, si sono uniti a voi Jonathan Hui e Giancarlo Fisichella, con ottimi risultati, visto anche il podio alla recente 24 Ore di Spa. Come cambia il tuo metodo di lavoro in queste occasioni e quanto è importante l’esperienza di un pilota come Fisichella?
“Per il team, la presenza di Fisichella ha rappresentato un’opportunità inestimabile. La sua esperienza ha permesso alla squadra di raggiungere la perfezione: è il genere di pilota che può scendere in pista in qualsiasi momento e in qualsiasi situazione e sarà sempre competitivo ai massimi livelli. Ovviamente durante queste gare di lunga durata l’approccio e la strategia cambiano radicalmente. La vettura, sotto il profilo della meccanica, deve resistere per molte ore e quindi devi saperla gestire al meglio: magari spingi troppo per guadagnare terreno e questo stress costringe l’auto a una sosta non programmata che vanifica il vantaggio raccolto fino a quel momento”.
Sky Tempesta Racing è una scuderia relativamente nuova, eppure ha già dimostrato la sua eccellente preparazione, organizzazione e competenza. Qual è il segreto?
“Siamo orgogliosi di come riusciamo a cogliere il meglio da ogni situazione. Nel corso del 2019, anno in cui abbiamo iniziato, abbiamo imparato in fretta tante cose e a fine stagione ci siamo seduti intorno a un tavolo per capire come avremmo potuto migliorare ulteriormente. Un impegno che ha coinvolto ogni membro del team e ha toccato ogni aspetto del progetto: dalle prestazioni dei piloti fino alle strategie di gara, passando per l’interazione con i fan e l’approccio coi media. E’ un team di persone piene di idee ed entusiasmo, sempre pronte a escogitare nuovi modi per migliorarsi. Ma soprattutto, e questo è l’aspetto più importante, sono persone che hanno passione per il proprio lavoro e si divertono a contribuire al successo dell’intera squadra”.
Hai anche preso parte alle due gare della Road to Le Mans insieme a Jonathan Hui. Puoi parlarci di quell’esperienza?
“E’ iniziata come una sorta di allenamento, un’occasione per fare esperienza e prendere confidenza con il circuito di Le Mans, senza troppe ambizioni. D’altra parte, però, siamo pur sempre piloti e abbiamo la competizione nel sangue: in Gara 1 ci siamo resi conto di avere la possibilità di raggiungere il podio e quindi, in Gara 2, abbiamo deciso di provarci, iniziando a spingere al massimo. Alla fine, il podio lo abbiamo raggiunto eccome: un fine settimana di allenamento si è trasformato in un successo straordinario”.
Cosa rappresenta la 24 Ore di Le Mans per un pilota GT?
“Penso che Le Mans significhi tutto per un pilota GT: l’intero evento, l’esperienza e il prestigio rendono questa gara unica. Non è paragonabile ad altre corse. Speriamo di vedere presto anche Sky Tempesta Racing, sarebbe un sogno che si avvera”.
Quale pilota ha rappresentato per te la maggior fonte di ispirazione?
“È difficile rispondere a questa domanda. A dire il vero non punto ad assomigliare ad un pilota in particolare. Il mio obiettivo è lasciare il mio personalissimo segno in questo sport”.
Quanto è stato importante il Ferrari Challenge nel tuo percorso? Ti ha aiutato in qualche modo a diventare un pilota GT di successo?
“Considero il Ferrari Challenge un trampolino di lancio perfetto per le gare GT. Il fatto di guidare una vettura dello stesso brand mi ha permesso di imparare i fondamentali di questo mestiere, prendendo confidenza con alcuni dei più celebri circuiti europei. In questo senso mi ha permesso di approdare nelle migliori condizioni alla vettura GT3”.
Il 2020 ha rappresentato un anno davvero speciale per te: hai gareggiato su tanti fronti, compreso quello virtuale. Quanto contano i simulatori nella tua preparazione alle gare?
“Sono un amante dei simulatori: mi permettono di mantenere la preparazione anche nei periodi di inattività. Durante il lockdown, per esempio, ho passato tante ore al simulatore: un modo per mantenermi in allenamento in attesa che la stagione ripartisse. E sicuramente ho ottenuto parecchi benefici, in particolare in occasione delle prime gare”.