Con un azzardo strategico, Alessandro Pier Guidi è riuscito a vincere la 1000 Km del Paul Ricard assieme a Tom Blomqvist e Come Ledogar al volante della 488 GT3 Evo 2020, laureandosi campione dell’Endurance Cup nel GT World Challenge Europe.
Quarta ora. In corrispondenza della metà gara, la pioggia che era attesa iniziava a scendere in alcuni tratti della pista che veniva dichiarata bagnata dal direttore della corsa. Questa condizione, non particolarmente favorevole alle vetture di Maranello, ricordava molto da vicino quella vissuta in occasione della recente 24 Ore di Spa. In questa fase, tanto Ledogar quanto Antonio Fuoco effettuavano un doppio stint con il primo in terza posizione e l’italiano settimo. Nella classe Pro Am, Machiels occupava la terza piazza davanti a Eddie Cheever, quarto, e Pierre Ehret, settimo. La pioggia bagnava la pista in alcuni punti senza però costringere i piloti a cambiare le gomme anche se il minor grip creava alcuni problemi a diverse vetture. Tra queste, la numero 52 di AF Corse che, con Machiels al volante, finiva in testacoda sul rettilineo rompendo l’ala posteriore e parte della carrozzeria anteriore, costringendo il team a ritirare la vettura. Stessa sorte anche per la seconda vettura di Rinaldi Racing, forzata all’abbandono della corsa mentre al volante si trovava Ehret. L’unica Ferrari ancora in gara nella classe Pro Am era la 488 GT3 Evo 2020 di Sky Tempesta Racing con Eddie Cheever in terza posizione.
Quinta ora. Con lo scoccare dell’ora, iniziavano le soste per i primi ma le due Ferrari di Ledogar e Fuoco estendevano il loro turno cercando di sfruttare al massimo la pista libera. L’italiano si fermava nel corso del 123esimo giro per lasciare spazio a Sirotkin, mentre Pier Guidi rilevava Ledogar due giri più tardi, rientrando in pista in seconda posizione. Il campione mondiale 2017 doveva recuperare 10”6 su Jaminet, al comando della corsa, mentre Sirotkin cercava di ridurre il ritardo da Bortolotti. La battaglia tra la Porsche di GPX Racing e la Ferrari di AF Corse catturava tuttavia l’attenzione poiché i due equipaggi erano i grandi protagonisti della lotta per il campionato. Il gap tra l’italiano e il francese si riduceva lentamente a 8”5 secondi a dieci minuti dall’inizio dell’ultima ora anche se il ferrarista era costretto a subire il sorpasso di Dennis Lind che, nel frattempo, era rinvenuto molto forte alle sue spalle.
Sesta ora. Con il calare delle notte la gara giungeva nel suo momento cruciale. Le ultime soste, infatti, cambiavano il volto alla classifica. Allungando per quanto possibile lo stint, Pier Guidi si fermava ai box nel corso del giro 158 e correva il rischio di sostituire solamente i due pneumatici di sinistra in un pit comunque eseguito alla perfezione dai meccanici di AF Corse. L’italiano era così in grado di tornare in pista proprio davanti alla Porsche di Jaminet e, da quel momento, spingeva per allungare sul rivale, con un vantaggio oscillante tra i 2 e 3 secondi. Con Cheever terzo tra i Pro Am e Sirotkin settimo in classe Pro, tutto il box di AF Corse tratteneva il respiro per seguire gli ultimi minuti di gara. La grande freddezza di Pier Guidi faceva la differenza e il pilota di AF Corse tagliava il traguardo in prima posizione laureandosi campione dell’Endurance Cup del GT World Challenge Europe.