Il ruolo del direttore tecnico, in una squadra corse o in un team di Formula 1 è fondamentale per garantire il successo. Esperienza multidisciplinare, capacità di coordinamento, leadership e competenze tecniche fanno la differenza e permettono di trasformare un buon progetto in un progetto vincente. All’interno della struttura di Attività Sportive GT, Ferdinando Cannizzo ricopre il ruolo di Head of GT Racing Car Design and Development, in altre parole il direttore tecnico di Ferrari Competizioni GT. Ingegnere aeronautico, laureato all’Università di Pisa con una forte passione per la matematica e lo sport, lavora in Ferrari dal 1996 quando entrò nella Scuderia come aerodinamico. Nel corso degli anni, Cannizzo ha accresciuto via via le sue esperienze fino a diventare responsabile dell’aerodinamica delle monoposto di Formula 1, prima di passare ad occuparsi delle vetture GT. Dopo aver ricoperto i ruoli, tra gli altri, di responsabile dell’innovazione veicolo, dal 2016 Ferdinando è il responsabile tecnico di Competizioni GT. È lui a guidarci alla scoperta del dipartimento che ha realizzato, tra le altre, le 488 GTE e GT3 che vincono nei circuiti di tutto il mondo.
D: Come è nata la passione per il motorsport?
R: “Sin da piccolo mio padre mi ha fatto innamorare dello sport e soprattutto del calcio, passione che dura tutt’ora. Quella per il motorsport è arrivata un po’ più tardi grazie ad un mio carissimo amico, un compagno di liceo e università con cui abbiamo condiviso le letture delle testate specializzate; puntuali ogni settimana leggevamo di His e Ducarouge, Villeneuve, Arnoux, Alesi e Alboreto. Insieme abbiamo condiviso il periodo ‘buio’ della Ferrari negli anni 80. Ma non perdevamo un GP!”
D: Qual è stata la soddisfazione più grande del periodo in cui lavoravi in Formula 1?
R: “Non dimenticherò mai né la prima vittoria di Schumacher a Barcellona nel 1996 sotto la pioggia, né la vittoria del primo campionato del mondo costruttori. La mia più grande soddisfazione è certamente aver messo la firma su un periodo indimenticabile della Ferrari ma sopra ogni cosa la progettazione della F1 2004 che rimane per me – forse per tanti – una delle migliori F1 di tutti i tempi”.
D: Cosa ti ha insegnato la Formula 1?
R: “Una impareggiabile esperienza, determinazione e spirito di sacrificio, il non mollare mai anche quando tutto sembra impossibile, e la consapevolezza che prestazioni e vittorie si costruiscono con l’eccellenza in ogni dettaglio, e che le sfide vanno affrontate con umiltà e rispetto per gli avversari”.
D: Passando invece al presente, cosa ti rende orgoglioso della 488 GTE e 488 GT3?
R: “Senza dubbio la vittoria di Le Mans con la GTE nel 2019: non solo per la vittoria in sé, ma anche e soprattutto per avere superato con successo la delusione e la frustrazione del 2017. Non è stato facile ma alla fine il gruppo ci ha creduto, si è sacrificato e ha lavorato coeso per nove mesi con un unico obiettivo in mente: salire sul gradino più alto del podio”.
D: In cosa consiste il tuo lavoro?
R: “Coordino la definizione, il progetto e lo sviluppo delle GT Ferrari da competizione, nello specifico la 488 GTE e la 488 GT3 con particolare attenzione a motore, cambio, telaio, sospensioni, freni, sistemi di raffreddamento, elettronica e controlli vettura, aerodinamica, pneumatici”.
D: Cosa significa definire, progettare e sviluppare una Ferrari da competizione?
R: “La definizione della vettura parte dall’analisi della vettura di riferimento, nel nostro caso la Ferrari 488, spogliata di tutto, ovvero dal telaio nudo. Questa analisi viene incrociata con i requisiti che vengono stabiliti dai regolamenti dei campionati dove gareggerà la macchina con quelli definiti da Ferrari. Questi requisiti sono molto dettagliati e comprendono i parametri relativi al peso minimo, la distribuzione del peso, l’altezza del baricentro, l’aerodinamica e la dinamica veicolo, i sistemi di raffreddamento; si analizzano diversi concept di vettura che combinano tra loro questi requisiti in modo diverso a seconda dei vincoli e dei gradi di libertà offerti dal regolamento tecnico. Da questo complesso incrocio vengono definite le caratteristiche tecniche principali della vettura in termini di layout, passo, cinematica delle sospensioni e aerodinamica. La stessa cosa avviene per il motore: partendo dalle fusioni principali vengono riprogettati accessori, imbiellaggio, turbocompressori ed altre parti per adeguare potenza, consumi e affidabilità alle esigenze delle gare endurance. Il cambio, essendo consentito dal regolamento, viene riprogettato completamente da zero per minimizzare peso, ingombri e centrare i rapporti in base alle piste dei vari campionati. Durante questa fase le simulazioni di aerodinamica, di dinamica veicolo e le sessioni di guida al simulatore rappresentano strumenti fondamentali per contenere tempi, costi ma soprattutto per individuare le aree di debolezza della vettura che devono essere migliorate”.
D: Una componente importante viene anche svolta dagli pneumatici e dai test di sviluppo…
R: “La conoscenza intima e lo sviluppo dei pneumatici fa parte integrante della progettazione e dello sviluppo della vettura, in particolare per i campionati dove lo sviluppo dei pneumatici è libero come il FIA WEC. Numerosi test in pista vengono effettuati tra una stagione e l’altra per il miglioramento continuo della vettura”.
D: Un lavoro senza sosta che richiede un team molto ben strutturato…
R: “Per presiedere a tutte queste attività, il reparto è organizzato per coprire e monitorare tutte le principali aree di competenza: aerodinamica, motore, cambio, veicolo, elettronica e controlli, dinamica del veicolo e simulazioni di guida. Essendo il nostro un team piccolo, il lavoro operativo viene condiviso con un partner di ingegneria con cui collaboriamo da lungo periodo per la progettazione e lo sviluppo, l’officina Michelotto. La mia responsabilità è mantenere alto il livello di competenza in tutte queste aree e dirigere il lavoro delle risorse impegnate nei vari progetti di sviluppo delle vetture attuali e di quelle che verranno, nelle relazioni con le federazioni sportive per la definizione e modifica dei regolamenti tecnici e l’analisi concettuale di nuove opportunità, nelle operazioni in test e gare”.
D: Come si svolgono le relazioni con i vari organizzatori dei campionati?
R: “Mantenere continue e positive le relazioni con le federazioni di riferimento per l’omologazione della vettura, l’evoluzione dei regolamenti tecnici, la definizione dei criteri e l’evoluzione del balance of performance è fondamentale. Tutto questo richiede un impegno quotidiano e per questo dedichiamo delle risorse appositamente a questa funzione che, assieme al nostro partner tecnico, curano proprio le relazioni con gli organismi preposti. È un lavoro complesso ed articolato perché non riguardano esclusivamente i rapporti istituzionali che sono in capo alla parte sportiva dell’Ente, ma anche i Technical Working Group – sia per le vetture di classe GTE che di classe GT3 – lo sporting committee FIA e tutti i Technical Advisory Group Meeting per la definizione dei nuovi regolamenti tecnici”.
D: Come vengono seguite dalla vostra struttura le attività sui campi da gara?
R: “Per tutti i campionati cerchiamo di supportare i nostri team con analisi tecniche e strategie. Nel FIA WEC siamo impegnati in prima persona e perfettamente integrati con il team AF Corse per coordinare le operazioni in pista delle vetture di classe LMGTE Pro, per eseguire l’analisi tecnica e definire la strategia di gara. Oltre a questo, il nostro team di ingegneri è ovviamente a supporto delle squadre che gareggiano con le Ferrari per tutti gli altri campionati, come quello IMSA negli Stati Uniti, o gare particolari come la 24 Ore di Spa”.