La 24 Ore di Le Mans è molto di più di una semplice gara di durata. È uno spazio senza tempo capace di trasformare in leggenda coloro i quali riescono ad imporsi al termine di una corsa contro gli avversari e contro sé stessi, affrontando costantemente il rischio e lanciando nuove sfide all’affidabilità e alle prestazioni. È il luogo dove dal 1923 corrono mito, leggenda, ricordi, aneddoti, personaggi e vetture che richiamano centinaia di migliaia di spettatori, che regalano emozioni, sogni e contribuiscono a scrivere pagine memorabili nel grande libro del motorsport. Nel 2019, a 70 anni dalla prima affermazione di una Ferrari nella gara francese, la 488 GTE di AF Corse guidata da Alessandro Pier Guidi, James Calado e Daniel Serra conquistarono la 36sima affermazione per il Cavallino Rampante.
Quest’anno il terzetto ha gettato il cuore oltre l’ostacolo pur di ripetere il trionfo ma la possibilità di un duello ravvicinato per la vittoria è svanita a 30 minuti dalla fine. Il secondo posto lascia pochi rimpianti perché nessuno si è risparmiato e confermarsi sul podio di Le Mans non è un risultato garantito.
La gioia, sul podio, porta invece i volti di François Perrodo, Emmanuel Collard e Nicklas Nielsen che agguanta con grinta e determinazione la terza posizione dopo una rimonta dal tredicesimo posto a causa di una foratura durante le prime ore di gara. Sia per chi ha tagliato il traguardo, sia per chi è costretto a chiudere la gara anzitempo, il pensiero – nonostante la stanchezza – è uno solo: contare i giorni che separano dalla prossima edizione di una gara senza tempo, qualcosa in più di una semplice gara di durata.