Una nuova proposta di Pininfarina, che con questa vettura si trova a dover assolvere ad un compito molto particolare, quello di sviluppare ad una 2+2 veloce, forte del classico motore V 12 ma soprattutto comoda ed elegante. La sua linea aprirà un ciclo stilistico fortunato che continuerà in seguito con la serie 400 e 412. Molti i dettagli di pregio: dal disegno delle maniglie sulle portiere alle ruote in lega a cinque razze col disegno a stella, dal salotto viaggiante dei raffinati interni alle finiture in morbida pelle e camoscio.
Il modello 365 GT4 2+2 fu annunciato al Salone di Parigi del 1972 e rimase in produzione fino al 1976, quando fu sostituito dalla serie 400. Durante questo periodo furono costruiti 521 esemplari più tre prototipi, la numerazione dei telai iniziò con la cifra 17091 e terminò con il numero 19709.
I corpi vettura furono montati su un telaio avente passo di 2700 mm: senza considerare la maggiore lunghezza del passo e la carreggiata posteriore leggermente più ampia, questo chassis era virtualmente identico a quello presente sul modello 365 GTC/4. Il numero di riferimento interno assegnato fu F101 AL, e tutti gli esemplari furono numerati con la sequenza di cifre dispari, tipica delle vetture stradali.
La vettura era disponibile sia con la guida a destra sia con il volante a sinistra, il servosterzo faceva parte dell’equipaggiamento standard.
I cerchi ruota di serie erano in lega leggera con un disegno che ricordava una stella a cinque punte, e un gallettone li teneva fissati al mozzo di tipo Rudge. A richiesta era possibile ottenere anche le ruote a raggi Borrani ma furono installate su pochi esemplari: sulle carrozzerie dalle linee angolate in voga negli anni settanta, questi cerchi apparivano fuori posto e alquanto datati.
Gli interni presentavano un pannello strumenti e una console centrale molto simili a quelli della precedente 365 GTC/4, mentre all’esterno gli unici elementi di design in comune erano i due gruppi ottici anteriori retrattili che scomparivano nelle sedi rettangolari, le ruote in lega a cinque raggi, il comando esterno per l’apertura delle portiere e i gruppi ottici posteriori realizzati con tre elementi circolari.
La linea della vettura inglobava anche un particolare ereditato dalla 365 GTB/4 “Daytona”: era l’intaglio semi circolare che percorreva la fiancata. A parte quanto sopra menzionato, la linea disegnata da Pininfarina era completamente nuova.
Il gallettone a tre punte e le luci posteriori a tre elementi sono i particolari che permettono di differenziare più facilmente il modello 365 GT4 2+2 dalle serie successive 400/412, dotate di un corpo vettura molto simile. Non fu realizzata una versione per il mercato americano: in quel periodo la legislazione statunitense stava diventando sempre più restrittiva, e i costi di reingenierizzazione necessari per conformarsi alle specifiche d’oltreoceano furono considerati troppo elevati.
I corpi vettura erano realizzati e rifiniti nelle officine Pininfarina di Torino ed erano poi spediti alla Ferrari di Maranello per l’installazione della parte meccanica. L’estetica a tre volumi era piuttosto conservatrice e presentava un’ampia superficie vetrata, con linee tese prive di ornamenti che davano una sensazione di raffinatezza non ostentata e lussuosa sportività. Tuttavia il lungo cofano motore, i discreti stemmi Ferrari, il Cavallino Rampante cromato sito nel centro della presa d’aria del radiatore, che occupava lo spazio sotto il paraurti, e i quattro tubi di scarico facevano supporre di trovarsi alla presenza di una vettura potente.
Le finiture prevedevano l’interno in pelle di serie e i sedili posteriori fornivano uno spazio adeguato ad accogliere in pieno comfort anche passeggeri adulti: il cielo del padiglione rimaneva distante dal capo degli occupanti e la superficie riservata alle gambe era anch’essa adeguata.
La grande superficie vetrata rendeva l’abitacolo molto luminoso e il vano bagagli rivestito di moquette, pur essendo non molto ampio, era ben profondo e conteneva agevolmente un volume di bagagli adeguato per quattro persone. Gli alzacristalli elettrici e l’aria condizionata facevano parte dell’equipaggiamento standard della vettura.
Il propulsore era virtualmente identico a quello installato sul modello 365 GTC/4: V12 da 4,4 litri con doppio albero a camme in testa per bancata di cilindri, lubrificazione a carter umido e carburatori laterali doppio corpo Weber 38 DCOE59/60. Il numero di riferimento interno era F 101 AC 000.
L’unica differenza rilevabile era la presenza di una doppia bobina e del distributore d’accensione sistemato nella parte posteriore dell’unità motrice, al posto della soluzione singola installata sui modelli 365 GTC/4 destinati al mercato europeo. Anche la potenza dichiarata era uguale, e raggiungeva i 320 cavalli.
La trasmissione proponeva la medesima configurazione già adottata sulla 365 GTC/4, con un albero allungato a causa della maggiore lunghezza del passo. Il rapporto finale e quelli delle singole marce erano però differenti. Le sospensioni erano analoghe a quelle della 365 GTC/4 e anche in questo modello era presente il sistema idraulico di livellamento automatico.