Rispetto alla 308 GTB, la carrozzeria rimase sostanzialmente immutata, con solo piccole modifiche agli allestimenti interni.
Esteticamente il nuovo modello si presentava virtualmente uguale a quello di cessata produzione, anche se la forma di stella a cinque punte delle ruote cambiò leggermente a causa dell’installazione degli pneumatici radiali Michelin TRX. Tuttavia, rimanevano disponibili come optional le gomme Michelin XWX su cerchi ruota da quattordici pollici e le Pirelli P7 su cerchi da sedici.
Come per l’esterno, anche gli allestimenti interni rimasero molto simili al modello 308 GTB: la maggior differenza si poteva notare nei sedili sportivi rivestiti di pelle che presentavano cuciture di tipo diverso, mentre il quadro strumenti principale fu mantenuto in un gruppo protetto da una palpebra sito davanti al pilota. L’orologio e il termometro dell’olio furono spostati in un pannello sito nel centro della console, per renderli meglio visibili rispetto alla posizione precedente che li vedeva nella parte bassa alla sinistra del cruscotto.
Anche il disegno del volante fu variato: ora le razze si presentavano di color nero satinato, con fori oblunghi longitudinali. Come nel modello precedente la leva del cambio a settori era situata nel centro della console accanto al posacenere, vicina al freno a mano e agli interruttori di servizio.
Gli interventi più incisivi furono apportati all’apparato motore. Nelle competizioni sportive, infatti, i sistemi ad iniezione avevano ormai sostituito le tradizionali batterie di carburatori. Trasferire l’esperienza delle corse alla produzione più convenzionale ha sempre fatto parte della “mission” Ferrari: adottando l’iniezione fu inoltre soddisfatta l’esigenza di uniformarsi alle nuove normative sulle emissioni di scarico. Con la legislazione mondiale che si avviava a ridurre le emissioni prodotte dai gas di scarico, al termine degli Anni Ottanta sulla 308 GTB fu adottata l’iniezione di carburante e il nome del modello diventò 308 GTBi, dove il suffisso “i” nella sigla della vettura stava appunto a indicare la presenza del sistema d’iniezione. Esteticamente il nuovo modello si presentava virtualmente uguale a quello di cessata produzione, anche se la forma di stella a cinque punte delle ruote cambiò leggermente a causa dell’installazione degli pneumatici radiali Michelin TRX. Tuttavia, rimanevano disponibili come optional le gomme Michelin XWX su cerchi ruota da quattordici pollici e le Pirelli P7 su cerchi da sedici.
I modelli 308 GTBi riservati al loro mercato principale, quello europeo, avevano un telaio tubolare con numero di riferimento interno F 106 BB 100. Freni a disco, sospensioni indipendenti con bracci oscillanti, molle elicoidali e ammortizzatori idraulici erano presenti su tutte le ruote, oltre alla barra antirollio anteriore e posteriore. Tutte le vetture furono numerate con la sequenza di cifre dispari tipica delle Ferrari stradali. Il modello era disponibile con la guida a sinistra o a destra, la produzione iniziò nel 1980 e terminò nel 1982. In totale furono realizzati 494 esemplari con numeri di telaio da 31327 a 43059.
Il motore V8 in alluminio montato in modo trasversale derivava essenzialmente dallo stesso progetto utilizzato nei modelli 308 GTB: la differenza sostanziale era che su questa vettura un sistema d’iniezione aveva occupato il posto della batteria con quattro carburatori doppio corpo. Era un propulsore avente una configurazione a “V” di 90°, con doppio albero a camme in testa per bancata di cilindri: gli assi a camme erano mossi da una cinghia dentata.
La cilindrata totale era di 2.926 cc con alesaggio e corsa pari a 81 mm x 71 mm, mentre la sigla di riferimento interno per le vetture destinate al mercato europeo era F 106 BB 000. L’unità motrice conteneva in un sol blocco il cambio a cinque rapporti sincronizzati, sito nella parte inferiore dietro la coppa dell’olio motore. Il cambio e il rapporto finale erano stati adeguati alle nuove caratteristiche del propulsore a iniezione Bosch K Jetronic. L’accensione elettronica Marelli MED 803A Digiplex incorporava bobina, distributore e modulo d’accensione per ogni bancata di cilindri. Sulle vetture destinate al mercato europeo, la potenza dichiarata raggiungeva i 214 cavalli. Sugli esemplari riservati al mercato americano, invece, i cavalli erano 205: i dispositivi antinquinamento installati, infatti, riducevano la potenza erogata.