60 anni di capolavori a motore centrale
La Targa Florio era una gara insidiosa. Tenutasi per la prima volta nel 1906, la famigerata competizione di endurance vedeva impegnati i concorrenti su un tracciato che attraversava gran parte della Sicilia, tutto su strade pubbliche. Anche negli ultimi anni, quando si percorreva il Circuito Piccolo delle Madonie, ogni giro era un tortuoso periplo di 72 km che si snodava attraverso la catena montuosa, con guardrail, balle di fieno e commissari posizionati solo sporadicamente lungo il percorso.
Con la sua serie infinita di curve, quasi impossibili da memorizzare, la gara non dava tregua ai piloti e metteva a dura prova le vetture. Vi partecipò anche Enzo Ferrari, ma Ferrari come costruttore vinse la competizione per la prima volta nel 1948, appena un anno dopo aver fabbricato la sua prima auto.
Alla quarantacinquesima edizione, Ferrari iscrisse due rivoluzionarie 246 SP a quella che era la seconda tappa del Campionato del Mondo Sport Prototipi del 1961. Avendo stabilito un nuovo record sul giro ma costretta al ritiro alla prima gara della stagione a Sebring, la 246 SP sembrava l’auto perfetta per la Targa Florio...
Caratterizzata da un nuovo layout a motore centrale – che quell’anno fu adottato anche dalla monoposto di Formula 1 della Scuderia dopo modelli esclusivamente a motore anteriore – la 246 SP era strutturalmente ben bilanciata. Pesava meno di 600 kg, con una leggerissima carrozzeria in alluminio che presentava innovazioni aerodinamiche come lo spoiler posteriore.
Alimentata dal potente V6 da 2,4 litri di Maranello (da cui deriva il nome 246), era una vettura da corsa compatta, veloce e agile che per decenni avrebbe lasciato un’impronta duratura sulle Ferrari da corsa e stradali.
Piloti Ferrari ai box della Targa Florio
Da sinistra a destra: Olivier Gendebien (con casco e occhiali), Ricardo Rodríguez (maglione scuro, su una 250 Testa Rossa), Phil Hill e Richie Ginther
Una Ferrari era guidata da Wolfgang von Trips e Richie Ginther, l’altra da Phil Hill (che avrebbe vinto il campionato di F1 per la Ferrari quell’anno) e Olivier Gendebien. Gareggiavano contro una sfilza di Porsche e piloti del calibro di Stirling Moss, Dan Gurney e il futuro due volte campione di F1 Graham Hill.
Le vetture partivano a intervalli di 30 secondi e le Ferrari, in quanto favorite, scattarono dal via per ultime. La Ferrari di Phil Hill non completò mai il primo giro, ma von Trips si sistemò tranquillamente in terza posizione, dietro Moss e Joakim Bonnier al volante delle loro Porsche. Tutti e tre batterono il record del percorso al secondo giro, nonostante la difficoltà di gestire le oltre 50 auto che giravano sul circuito.
Wolfgang von Trips si schiera sulla linea di partenza della Targa Florio del 1961 al volante della Ferrari 246 SP a motore centrale
Ai pit stop e al cambio, Gendebien (la cui vettura fu costretta al ritiro da Phil Hill) prese il posto di Ginther nell’auto di von Trips, e il pilota belga accumulò un vantaggio di oltre 30 secondi su Graham Hill.
Tornato alla guida, Moss impostò un ritmo bruciante, ma Gendebien tenne il passo, indietro sulla strada ma davanti sul tempo, prima di fermarsi ai box per passare nuovamente il volante a von Trips. Moss era passato al comando ed entrambi i piloti girarono più velocemente rispetto al vecchio record del tracciato. Nella prima metà dell’ultimo giro von Trips recuperò Moss di 17 secondi.
Alla fine il ritmo diventò eccessivo per l’auto di Moss, la sua trasmissione cedette a 7 km dalla fine mentre von Trips stabilì un altro record sul giro tagliando il traguardo. Dopo sette ore di gara, il secondo classificato arrivò con oltre quattro minuti di ritardo. La 246 SP era stata messa a dura prova alla Targa e dimostrò ampiamente il suo valore.
Olivier Gendebien sorride alla telecamera dopo essersi congratulato con il compagno di squadra Wolfgang von Trips dopo la vittoria della coppia alla Targa Florio del 1961
A quel trionfo seguirono altre tre gare del Campionato del Mondo Sport Prototipi. La 246 SP stabilì il record sul giro alla 1000 km del Nürburgring, piazzandosi al terzo posto. A Le Mans, più adatta ai V12 Ferrari, la 246 SP si portò al comando in più occasioni, ritirandosi dalla seconda posizione solo quando un errore di calcolo del rifornimento la fece fermare in pista alla diciassettesima ora. Alla Quattro Ore di Pescara, la 246 SP stabilì il record sul giro ed era in testa quando fu costretta al ritiro.
Nella stagione 1962, la 246 SP arrivò seconda alla primissima gara di endurance di Daytona e proseguì con un altro trionfo alla Targa Florio, mentre il secondo posto fu conquistato da una nuova 196 SP con motore più piccolo (che si classificò al primo posto nella sua classe da 2,0 litri). Arrivò anche la vittoria alla 1000 km del Nürburgring, mentre una 196 SP guidata da Ludovico Scarfiotti dominò il Campionato Europeo della Montagna del 1962.
Fu l’inizio di una nuova era a Maranello.