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22 magScuderia, Monaco Gp

In gara nel Principato

Maranello 22 maggio 2024

Il Gran Premio di Monaco è l’ottava gara della stagione, nonché la corsa di casa di Charles Leclerc, che sulla pista più corta del mondiale – 3.337 metri – ha vissuto per due volte l’emozione della conquista della pole position ma la domenica ha sempre raccolto poco. Nonostante si tratti del tracciato più tortuoso del Mondiale, in certi passaggi si viaggia vicino ai 300 km/h ma lungo le sue 19 curve il minimo errore rischia di costare carissimo, con danni alla vettura che spesso comportano la fine della propria gara. Nel suo punto più largo, il circuito è largo infatti soltanto 10 metri, appena lo spazio sufficiente per far correre due monoposto ruota a ruota.

Punti iconici. Tra le sezioni più caratteristiche del tracciato ci sono la prima curva, Ste. Devote, e la salita del Casino, tratti che vengono percorsi a velocità da far rizzare i capelli. Il lentissimo tornante di curva 6 offre una delle poche opportunità per le auto di tuffarsi l’una nell’altra prima che la pista svolti verso il tunnel. Il settore 3 è il più impressionante sotto il profilo visivo perché le ruote sfiorano i guard-rail alle due esse delle piscine e alla Rascasse, la penultima curva che immette sul rettilineo del traguardo che poi tanto rettilineo non è, visto che si tratta di una lunga semicurva. I sorpassi sono quasi impossibili, e per questo i piloti si concentreranno soprattutto sulle qualifiche che, come si dice, sono a tutti gli effetti la prima parte del Gran Premio.

Strategia. Una buona posizione in pista è tutto a Monaco, il che significa che praticamente ogni squadra opterà per la strategia a una sola sosta nel tentativo di mantenerla. In condizioni di asciutto i piloti spesso partono con gomme Soft o Medium per avere ritmo veloce ma costante durante i primi giri. Il passaggio alla mescola Hard avviene nella finestra di giri che va dal 22 al 38. Ovviamente in caso di Safety Car o pioggia la situazione può diventare decisamente caotica e la corsa improvvisamente può trasformarsi in una roulette…


Fred Vasseur 
 Team Principal Scuderia Ferrari HP

A una settimana dalla nostra gara di casa, a Imola, il prossimo weekend tocca a quella di Charles, e come squadra vogliamo aiutarlo a chiudere il conto aperto che ha con la pista di Monte Carlo. Carlos, dal canto suo, ama molto il tracciato del Principato sul quale ha ottenuto il suo primo podio al volante di una Ferrari, dunque le motivazioni per entrambi sono molto alte.
Come è noto quello di Monaco è un circuito sul quale i sorpassi con l’attuale generazione di monoposto sono molto difficili. La qualifica sarà di importanza fondamentale: dovremo provare a fare quello step che in questa stagione ancora ci è mancato per partire davanti a tutti. Al simulatore così come nei meeting con gli ingegneri ci siamo preparati nei dettagli e contiamo di essere protagonisti.


FERRARI STATS
GP disputati 1081
Stagioni in F1 75
Debutto Monaco 1950 (A. Ascari 2°; R. Sommer 4°; L. Villoresi ret.)
Vittorie 244 (22.57%)
Pole position 249 (23.03%)
Giri più veloci261 (24.14%)
Podi totali 814 (24.14%)

FERRARI STATS GRAN PREMIO DI MONACO

GP disputati 68
Debutto Monaco 1950 (A. Ascari 2nd; R. Sommer 4th; L. Villoresi ret.)
Vittorie 9 (13.23%)
Pole position 12 (17.65%)
Giri più veloci 17 (25.00%)
Podi totali 55 (26.96%)

TRE DOMANDE A... ARTHUR LECLERC, DEVELOPMENT DRIVER

1. Sono molti i piloti che vivono a Monte Carlo, ma per te e Charles è davvero la gara di casa visto che siete monegaschi di nascita. Cosa significa questa gara per un Leclerc?
Per noi il Gran Premio di Monaco è un appuntamento importantissimo. Qui siamo nati, qui siamo andati a scuola, e qui vivono i nostri cari. Monte Carlo è una cittadina e il Principato è uno Stato piccolo, ci conosciamo tutti quindi è normale che riceviamo un grande sostegno dalle persone. Anche quest’anno, come ogni anno, la nostra famiglia e gli amici verranno a vedere la gara. Il circuito è a poche centinaia di metri da casa nostra, è sempre bello! Oltre a questi aspetti personali, poi, il Gran Premio di Monaco avviene su un circuito storico, è una delle gare più note al mondo, se non la più famosa in assoluto. Vi si respira un’atmosfera unica, e correre a Monaco da monegasco non fa altro che raddoppiare l’adrenalina! L’anno scorso ho corso qui in Formula 2, e anche se il mio weekend non è stato dei migliori è stato molto speciale correre nella mia città natale insieme a Charles.

2.
Il circuito è pieno di punti ciechi ma per essere competitivi, qui, è necessario sfiorare le barriere spingendosi al limite, il che significa prendere grandi rischi. Cosa serve per essere veloci a Monaco?
Il Gran Premio di Monaco è speciale non soltanto per il glamour e la grande storia che lo caratterizzano, ma anche perché è un circuito molto particolare che si snoda per le stradine tortuose della città. Essere veloci qui significa essere incredibilmente precisi. Lo si capisce se si guarda una sessione di qualifica in slow-motion: si vede distintamente che le monoposto sfiorano i muretti. Per raggiungere questo livello di precisione e continuare ad essere rapidi, è molto importante sentirsi a proprio agio in macchina. Per raggiungere quella confidenza e portare la macchina al limite bisogna sfruttare al meglio ogni minuto di ciascuna sessione. In definitiva, è il lavoro di preparazione che fa la differenza tra un pilota che riesce a spingere al massimo in qualifica da uno che non riesce a tenere il ritmo per paura di sbagliare.

3. Quest’anno sei uno dei development driver della Scuderia e hai avuto l’opportunità di guidare una monoposto di Formula 1, niente meno che una Ferrari! Ci racconti quest’esperienza?
Quest’anno grazie al ruolo di development driver ho la chance di supportare il team sia nello sviluppo della monoposto che nella preparazione delle gare. Di norma il lavoro avviene al simulatore, ma ho avuto anche la possibilità di guidare una monoposto in due occasioni, a gennaio al Circuit de Catalunya-Barcellona, e qualche settimana fa a Fiorano. Pilotare una vettura di Formula 1 è incredibile. Non mi scorderò mai della prima volta, a Barcellona. Ho percepito subito la velocità, già uscendo dal garage. La potenza e la maneggevolezza sono molto diverse, specie se confrontate con le vetture di Formula 2 a cui ero abituato. In qualche modo mi è sembrata più simile alla vettura di Formula 3 in termini di peso, downforce e potenza. Ovviamente tante cose erano nuove per me, ma è stato incredibile poter guidare letteralmente fianco a fianco con Charles, per di più su una Ferrari di Formula 1. Ho realizzato un sogno ed è stata davvero un’esperienza indimenticabile. Non vedo l’ora di rifarlo!

Arthur Leclerc
Nazionalità: Monegasca
Nato il 14/10/2000
Città di provenienza: Monte Carlo (Principato di Monaco)


GRAN PREMIO DI MONACO: NUMERI E CURIOSITÀ

3. I circuiti nella storia della Formula 1 con un tunnel nel loro layout. Il più celebre è indubbiamente quello di Monte Carlo nel quale il tratto al coperto coincide con il punto più veloce della pista nonostante si tratti a tutti gli effetti di una curva. L’altro tracciato con una galleria nel suo attuale layout è quello di Yas Marina ad Abu Dhabi, e il punto in questione si trova in uscita dalla corsia box. Il terzo circuito con tunnel è stato in calendario fino al 1988 ed era quello cittadino di Detroit, negli Stati Uniti.  

5. I piatti tipici della cucina monegasca. Il più celebre è il barbagiuan, uno stuzzicante antipasto preparato con ravioli ripieni di formaggio e zucca, poi fritti in olio. A volte si aggiungono gli affettati e le bietole, o ancora ricotta e spinaci. La pasta è croccante all’esterno e morbida all’interno. La ricetta ha origini liguri e il nome deriva dal suo inventore, Zio (barba) Giovanni (giuan). C’è poi la gustosa socca, un piatto molto simile alla farinata ligure, preparata con farina di ceci, acqua, sale, pepe e olio di oliva, croccante fuori e morbida dentro. Si dice che sia nata circa 8.000 anni fa e che i marinai francesi non si imbarcassero senza prima aver mangiato questo piatto. Un altro dei protagonisti della tavola monegasca è lo stocafi. Si intuisce già dal nome che si sta parlando di stoccafisso, nella fattispecie cucinato nel vino con pomodori e aromatizzato con erbe, di solito servito con olive nere e patate. È un piatto leggero e povero di grassi che esalta molto i sapori mediterranei. Da ricordare anche la pissaladière, una ricetta diffusissima di origine ligure: si tratta di una golosa focaccia farcita con acciughe, capperi, cipolle caramellate e olive. Il nome deriva da pissalat (abbreviazione di pesce salato) che è una crema a base di acciughe con cui viene condita la focaccia. Infine passando ai dolci non si può dimenticare la crêpe Suzettecon zucchero a velo e qualche goccia di Grand Marnier. La leggenda narra che al Café de Paris di Monte Carlo nel 1895 uno chef, per caso, preparò dei pancake con il liquore e improvvisamente il tutto prese fuoco. Il principe del Galles, quel giorno a pranzo nel locale, vide la scena e ne rimase affascinato volendo sapere il nome della ricetta, ma lo chef ammise che era stata inventata. Il principe propose poi di dare al piatto il nome Suzette, in onore della ragazza con lui a pranzo quel giorno, figlia di un amico.   

6. I più importanti eventi sportivi che si tengono nel Principato di Monaco. Il più rilevante è indubbiamente il Gran Premio che si tiene fin dal 1929 e ora è una gara di Formula 1. Ma a Monte Carlo si tiene anche l’E-Prix di Formula E e il celebre Rally, quasi sempre parte del calendario valido per il Mondiale. Da ricordare anche il Grand Prix de Monaco Historique, riservato alle vetture di Formula 1 del passato. Gli altri due grandi eventi sono il Masters 1000 di tennis, uno dei tornei più importanti al mondo sulla terra battuta, e l’International Jumping de Monte Carlo, uno dei principali concorsi di equitazione del pianeta.  

30. I sorpassi nelle ultime sei edizioni del Gran Premio di Monaco. Con l’aumentare delle dimensioni delle vetture i cambi di posizione sono diventati sempre più rari. Nel 2017 ce ne furono tre, nel 2018 sei, nel 2019 due – entrambi effettuati da Charles Leclerc – e nel 2021 addirittura uno solo, al primo giro. Nel 2022 ci sono stati cinque sorpassi, mentre lo scorso anno ce ne furono 13.  

1961. L’anno in cui, proprio a Monte Carlo, l’11 maggio, venne fondata la Grand Prix Drivers’ Association (GPDA). L’associazione nacque con l’intenzione di migliorare la sicurezza all’interno dei circuiti, sia per i piloti che per gli spettatori. Il primo presidente della storia fu Stirling Moss, che ricoprì questo ruolo fino al proprio ritiro nel 1963, lasciando il posto a Joakim Bonnier. Quando Jackie Stewart divenne presidente i piloti iniziarono a farsi sentire: la prima grande vittoria fu registrata nel 1969, quando la GPDA fece annullare il GP del Belgio a causa della pericolosità del circuito di Spa-Francorchamps. L’anno successivo, nel 1970, la GPDA convinse il Circus a disputare il Gran Premio di Germania sul tracciato di Hockenheim, piuttosto che al Nürburgring. Con il ritiro di Stewart il peso dell’associazione scese fino a farla scomparire all’inizio degli anni Ottanta. La GPDA fu riformata nel weekend del Gran Premio di Monaco 1994, dopo le morti di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger e dallo spaventoso incidente di Rubens Barrichello, durante il tragico Gran Premio di San Marino di due settimane prima. Nel 1996 l’associazione divenne una società con una costituzione formale e un ufficio permanente a Monaco. I membri votano per decidere il loro leader. Attualmente come direttore della GPDA c’è George Russell, ma nel gruppo direttivo ci sono anche gli ex piloti Alexander Wurz e Sebastian Vettel.

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